L’Agenzia delle Entrate introduce una novità rilevante in materia di fatturazione elettronica e incentivi pubblici: è in arrivo un servizio online che consente di inserire o modificare il CUP (Codice Unico di Progetto) nelle fatture elettroniche già trasmesse allo SdI.
Si tratta di un intervento atteso, che punta a semplificare gli adempimenti e ridurre gli errori formali che, fino a oggi, potevano comportare criticità fiscali e amministrative per imprese e professionisti.
Cos’è il CUP e quando è obbligatorio in fattura
Il CUP – Codice Unico di Progetto è un codice alfanumerico che identifica in modo univoco ogni progetto finanziato, anche parzialmente, con risorse pubbliche.
La sua funzione principale è garantire la tracciabilità dei flussi finanziari e permettere alle amministrazioni di monitorare correttamente l’utilizzo dei fondi.
L’obbligo di indicare il CUP nelle fatture elettroniche è entrato in vigore dal 1° giugno 2023, in base alle disposizioni del DL n. 13/2023.
Da tale data, tutte le fatture relative a beni e servizi oggetto di incentivi pubblici alle attività produttive devono riportare il CUP, indipendentemente dalla forma dell’agevolazione e dal soggetto erogatore.
Le difficoltà operative fino a oggi
Prima dell’intervento dell’Agenzia delle Entrate, l’assenza o l’errata indicazione del CUP in fattura comportava problematiche non trascurabili, tra cui:
- necessità di emettere note di variazione;
- emissione di nuove fatture correttive;
- gestione di documentazione integrativa a supporto;
- rischio di contestazioni in fase di controllo sugli incentivi.
In molti casi, l’errore non era imputabile al fornitore ma emergeva solo dopo la trasmissione della fattura allo SdI, rendendo la regolarizzazione complessa e poco efficiente.
Il nuovo servizio online dell’Agenzia delle Entrate
Per superare queste criticità, l’Agenzia delle Entrate ha annunciato l’attivazione di un servizio web dedicato, accessibile dall’area riservata del portale “Fatture e Corrispettivi”, che permetterà di:
- inserire il CUP mancante in una fattura elettronica già emessa;
- modificare un CUP errato precedentemente indicato;
- consultare l’elenco dei CUP associati alle fatture ricevute.
Il servizio sarà utilizzabile per le fatture emesse a partire dal 1° giugno 2023, cioè dalla data di decorrenza dell’obbligo.
Chi può utilizzare il servizio
La funzionalità è pensata principalmente per il cessionario o committente, ossia il soggetto che riceve la fattura e beneficia dell’incentivo pubblico.
Potranno operare anche:
- intermediari abilitati, come commercialisti e consulenti fiscali;
- soggetti delegati alla consultazione delle fatture elettroniche.
Questo aspetto è particolarmente rilevante per gli studi professionali che gestiscono la compliance fiscale per conto dei clienti.
Cosa cambia concretamente per imprese e professionisti
L’introduzione del nuovo servizio rappresenta un cambio di approccio importante:
- si riduce il rischio di irregolarità formali legate all’assenza del CUP;
- si evita il ricorso a procedure correttive complesse;
- si migliora la coerenza tra fatturazione elettronica e incentivi pubblici;
- si rafforza la tracciabilità senza appesantire gli adempimenti.
In sostanza, l’Agenzia delle Entrate introduce uno strumento di compliance collaborativa, che consente di correggere errori formali senza compromettere la validità sostanziale dell’operazione.
Attenzione: il CUP resta un dato obbligatorio
È importante sottolineare che il nuovo servizio non elimina l’obbligo di indicare correttamente il CUP fin dall’emissione della fattura.
La possibilità di modifica rappresenta una soluzione correttiva, non una deroga alla normativa.
Resta quindi fondamentale:
- verificare la presenza del CUP prima dell’emissione;
- coordinarsi con il committente pubblico o privato beneficiario dell’incentivo;
- mantenere allineata la documentazione amministrativa e fiscale.

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