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Riforma sanzioni 2025: come cambia il ravvedimento operoso dal 1° settembre – guida completa

La revisione del sistema sanzionatorio tributario, introdotta dal decreto legislativo 87/2025 e approfondita nel documento della Fondazione Nazionale dei Commercialisti pubblicato il 1 dicembre 2025, segna una trasformazione significativa per contribuenti, imprese e professionisti. L’obiettivo generale della riforma è quello di ottenere un sistema più equilibrato, proporzionato e allineato agli standard europei, rafforzando allo stesso tempo la compliance spontanea e riducendo il contenzioso. All’interno di questo quadro, il ravvedimento operoso assume un ruolo centrale, ampliandosi e diventando uno strumento molto più flessibile rispetto al passato.

Il nuovo impianto normativo ridefinisce in profondità l’articolo 13 del decreto legislativo 472/1997. Una delle novità più rilevanti riguarda la possibilità di procedere al ravvedimento anche dopo la comunicazione dello schema di atto prevista dallo Statuto del Contribuente. Si tratta di un cambio radicale, perché fino al 2025 tale comunicazione rappresentava un limite invalicabile. La riforma consente invece al contribuente di regolarizzare la propria posizione anche in questa fase, purché non abbia già optato per l’accertamento con adesione. Questo principio introduce un margine di manovra che permette di intervenire persino dopo la formulazione della pretesa impositiva, purché non sia ancora stata emessa la versione definitiva dell’atto.

Un’altra innovazione significativa riguarda la modulazione delle riduzioni sanzionatorie. Le percentuali sono state rideterminate per rendere la progressione più razionale e coerente con i tempi della regolarizzazione. Le riduzioni variano a seconda della tempestività dell’intervento e arrivano a comprendere anche la fase successiva allo schema di atto, cosa fino al 2025 impensabile. La dichiarazione presentata entro novanta giorni dalla scadenza continua a costituire dichiarazione tardiva e resta ravvedibile con sanzione ridotta, mentre oltre tale termine l’istituto perde efficacia e si applicano le sanzioni piene previste dalla norma.

Una novità storica introdotta dalla riforma è la possibilità di applicare il cumulo giuridico anche in sede di ravvedimento operoso. Prima del 2025 questo istituto non trovava alcuno spazio all’interno del ravvedimento e il contribuente era costretto a calcolare la sanzione ridotta su ogni singola violazione, spesso con un aggravio significativo. Con le nuove regole, invece, il cumulo può essere utilizzato anche nella regolarizzazione spontanea: la sanzione si calcola partendo dalla violazione più grave e applicando le relative riduzioni previste per il ravvedimento. Si tratta di un passo molto importante perché rende il sistema più equo e contribuisce a ridurre l’onere complessivo a carico del contribuente. Il legislatore ha inoltre previsto lo sviluppo di strumenti informatici da parte dell’Agenzia delle Entrate che faciliteranno in futuro il calcolo automatico del cumulo, anche se al momento non risultano ancora disponibili.

Nel complesso la disciplina del cumulo giuridico è stata riorganizzata per rendere più chiaro quando e come applicarla. Le nuove regole richiedono di considerare in modo separato ciascun tributo, ciascun periodo d’imposta e ciascun istituto deflattivo, rendendo più semplice individuare la corretta sanzione da applicare. È stata confermata anche la necessità di rispettare il principio di proporzionalità, che impedisce alla sanzione derivante dal cumulo giuridico di superare quella risultante dal cumulo materiale.

Il sistema transitorio è un altro elemento fondamentale per la pratica professionale. Le violazioni commesse fino al 31 agosto 2025 continueranno a essere regolate dalla disciplina precedente, mentre quelle commesse dal 1° settembre in poi rientreranno completamente nel nuovo sistema. La distinzione non va fatta in base al momento in cui si effettua il ravvedimento, ma al momento in cui è stata materialmente commessa la violazione. Per questo motivo, nei prossimi mesi sarà essenziale prestare particolare attenzione alla corretta individuazione del regime applicabile.

In conclusione, la riforma del sistema sanzionatorio amministrativo e del ravvedimento operoso introduce maggiore flessibilità e un generale abbassamento dell’impatto sanzionatorio per chi decide di regolarizzare tempestivamente la propria posizione. Il contribuente dispone ora di più strumenti e più tempo per intervenire, mentre il professionista ha l’opportunità di offrire una consulenza più strategica ed efficace. Conoscere in profondità le nuove regole diventa quindi indispensabile per sfruttare appieno i vantaggi introdotti dal legislatore e per accompagnare imprese e privati in un sistema fiscale più moderno e orientato alla collaborazione.


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